Testi:Città di Termini Imerese
Traduzioni: dott.ssa Rossana Fontana
Dipinti a cura di Valentina Serio
grafica, realizzazione e distribuzione
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La città cominciò a formarsi alla fine del V secolo a. c. Si sovrappose con certezza a precedenti insediamenti umani. Questi, comunque, non ebbero mai forme strutturate tali da lasciare segni oggi leggibili. La città antica, interamente murata, doveva svilupparsi lungo il crinale del promontorio e su una parte del versante orientale.
All'interno della struttura difensiva, il complesso urbano rispondeva presumibilmente ad una suddivisione formale degli spazi secondo impianti che si ripetevano nelle colonie greche in Sicilia: l'acropoli nella parte sommitale;ai piedi gli spazi pubblici e la stoà; le aree edificabili private attestate lungo l'asse del promontorio. In epoca romana la città subì una radicale trasformazione per meglio rispondere ai modelli insediativi dei dominatori. Nuovi edifìci monumentali e rappresentativi costituirono gli elementi caratterizzanti del nuovo assetto urbano.
Intorno a questi monumenti la città è cresciuta rispettando un preciso disegno urbanistico la cui identificazione e ricostruzione costituisce ancora oggi motivo di studio e di ricerca. L'assetto fondamentale trae origine dalla città ellenistica ed in particolare dall'asse di allineamento della stoà, cui si è sovrapposto il portico del foro in epoca romana. Sempre sullo stesso allineamento, in direzione nord-est / sud-ovest, si sviluppava l'asse stradale principale che attraversava il crinale del promontorio. Le strade secondarie si attestavano perpendicolarmente all'asse principale, come il tessuto abitativo (insulae), definito secondo un modulo che presumibilmente misurava 150 piedi, ossia circa 45 metri.
Tra gli elementi costitutivi della città romana, il Foro rappresentava il centro della vita urbana e il luogo destinato alle funzioni pubbliche.
Si estendeva sullo spazio che attualmente comprende piazza Duomo ed il viale del Belvedere ed era definito sul lato settentrionale da un lungo portico che, da Ila base dell'attuale rupe del Castello, si sviluppava fin quasi a via lannelli.
L'imponente opera architettonica è, oggi, ricostruibile solo attraverso i rilievi e le testimonianze di alcuni scavi archeologici condotti alla fine del secolo scorso. La struttura lineare era costituita da un doppio colonnato, posto su un basamento a due gradini, e da una teoria di stanze retrostanti. Tutti gli ambienti erano chiusi sul lato settentrionale e si aprivano sul portico assolvendo, presumibilmente, le funzioni di esercizi pubblici. Il fronte opposto al portico,cioè lo spazio occupato oggi dal Duomo e dalla piazza, doveva essere impegnato da un importante edifìcio pubblico (basilica?) di cui non rimane nulla se non frammenti architettonici ed elementi decorativi. Per quanto esigui, i ritrovamenti testimoniano comunque l'elevata qualità esecutiva raggiunta dalle maestranze locali in età imperiale. Sempre sull'ampio spazio dell'attuale piazza Duomo chiudeva l'area del foro un edifìcio circolare a cui gli studiosi attribuiscono funzioni commerciali (tholus macelli).
L'Acropoli,sovrastante l'area del Foro,era posta sull'attuale sperone roccioso. Degli edifìci che la costituivano non sono pervenute testimonianze se non i ruderi di una cisterna in cocciopesto. Il luogo è oggi profondamente mutato: nuove costruzioni, opere di demolizione e frane hanno cancellato tutto e ridotto notevolmente gli spazi. Si ha comunque motivo di ritenere che l'acropoli, in epoca romana,dovesse costituire l'estremo baluardo difensivo e quindi dovesse comprendere strutture murarie ed edifìci annessi. L'edificio pubblico che per importanza e localizzazione ha caratterizzato l'impianto della città antica, è indubbiamente l'anfiteatro, uno dei pochi presenti nelle colonie romane dell'Italia meridionale. In Sicilia, infatti, ne esistevano solo tre a Termini, a Siracusa e a Catania. I resti oggi in luce hanno consentito la ricostruzione della pianta: l'arena, scavata nel terreno, misurava 53 metri nell'asse maggiore e 30 in quello minore; la cavea si articolava in due settori, quello interno con struttura muraria in opera cementizia e quello esterno, più elevato, sorretto dai piloni degli ambulacri. In posizione decentrata rispetto al Foro e all'Anfiteatro sorgeva l'edificio della “Curia" (così denominato da B. Romano) di cui ancora oggi è incerta l'originaria destinazione.
Si tratta di un vasto complesso di ambienti tra cui una sala absidata. Per tale caratteristica tipologica alcuni studiosi attribuiscono all'edifìcio una funzione pubblica legata all'insegnamento (collegium). Con le Terme, l'architettura romana a Termini raggiunse la sua piena me con questa costruzione si estende l'ambito della città all'area del porto.
Dell'antico edifìcio romano oggi rimane ben poco. Dagli attenti rilievi di A. Indovina effettuati nel 1889, cioè poco prima dell'attuale costruzione progettata da Damiani Almeyda, risulta che l'impianto dell'edificio doveva assecondare la morfologia del sito, attestandosi alle due sorgenti termali che scaturivano dalla roccia. Si articolava, pertanto, in due strutture ben distinte e caratterizzate: la prima a forma circolare con un corridoio anulare che la perimetrava; la seconda che presentava varie sale ed una estesa rete di cunicoli per l'adduzione delle acque termali. E'diffici le ricostruire l'assetto della città durante i secoli della decadenza dell'impero romano, fino, ed oltre, la dominazione araba.
Nel XI secolo l'arrivo dei Normanni trovò la città in una fase critica: in seguito al processo di trasformazione avviato dagli arabi il luogo del potere era stato spostato nuovamente dalla città bassa alla parte sommitale del promontorio dove avrebbe preso forma e consistenza la struttura del castello.
La città si svuotò della componente musulmana, relegata in un borgo fuori le mura, e si conformò attorno ai nuovi poli di attrazione: il castello, di cui oggi rimangono pochi resti, e le chiese.
Tra i secoli XI e XIV la cinta muraria fu ristrutturata secondo l'antico tracciato della città ellenistica e fu ultimata la costruzione del castello. Sempre nello stesso periodo vennero fondate le chiese di S. Maria la Nuova, S. Nicolò, S. Paolo e Antonio Abate, S.Giacomo, S. Francesco d'Assisi e molte altre.Venne edificato, inoltre, un ospedale la cui struttura,con facciata in pietra calcarea a vista ritmata da monofore e bifore, costituisce ancora oggi il nucleo più antico del Museo Civico.
Oggi, poco resta della forma e dell'assetto originario della città medievale: quasi tutte le costruzioni sono state trasformate e riadattate se non distrutte. Già nel 1338, infatti, il conflitto tra Aragonesi e Angioini era terminato con la rovina, pressoché tota le,della città .
Ma come in molti altri momenti della storia,ad un evento così drammatico fece seguito una fase di ricostruzione e di espansione. Dagli ultimi decenni del XIV secolo ebbe, infatti, inizio con gli Spagnoli una nuova fase di crescita che avrebbe caratterizzato la città fino ai nostri giorni. A metà del 1500 venne progettata e realizzata una nuova cinta muraria. In realtà, nella fase iniziale, si trattò di una semplice cortina con terrapieno.
Il tracciato, che comunque rimase definitivo, si sviluppava per quasi 4 chilometri e racchiudeva un'area di circa 70 ettari. La costruzione del nuovo sistema difensivo rientrava nel piano più generale di potenziamento delle città costiere operata dai viceré spagnoli, per fronteggiare i continui attacchi di pirati e musulmani. ATermini, inoltre, si susseguirono una seri di episodi fondamentali per l'assetto urbanistico della città. Gli ingegneri militari,contemporaneamente alla costruzione della cinta muraria, disegnarono le nuove strade della città bassa.
La nuova rete viaria aveva una stretta correlazione con il recinto fortificato,doveva infatti collegare in linea retta i vari punti della città con le porte e i bastioni,favorendo il rapido smistamento delle artiglierie e dei soltati.Tale impostazione rispondeva, inoltre, alle esigenze di controllo interno della città contro le rivolte cittadine, ma anche, in genera le,contro l'occupazione da parte di truppe nemiche. Dopo il 1500 iniziò il lento accrescimento del tessuto edilizio entro le mura.
Attestandosi lungo nuovi tracciati viari, o attorno ad alcuni complessi conventuali, ebbero origine i nuovi quartieri residenziali e commerciali. La direttrice di espansione che modificò radicalmente le gerarchie e le direzioni dell'impianto medievale fu costituita dal grande asse commerciale che univa porta Girgenti: quindi il porto e la città bassa, dedita alla pesca e al commercio,con la città alta e il suo entroterra agricolo. Attorno a quest'asse, dunque, si imperniò lo sviluppo dei nuovi quartieri, che presentavano una maglia viaria piuttosto regolare, nettamente in contrasto con i vecchi quartieri posti ai piedi del castello.
Nella prima metà del XVII secolo la città subì profonde trasformazioni. L'apertura di due direttrici stradali (l'asse via Roma/Caricatore e l'asse via S. Lorenzo/Stesicoro) diede slancio alla attività edificatoria nella zona sud-orientale della città. Un ruolo determinante fu svolto anche dalle chiese e dai complessi conventuali:oltre 40 già nel 1650.
Tra gli interventi più rilevanti che qualificarono gli spazi urbani in senso "barocco": la parrocchia della Consolazione, l'Annunziata,S.Orsola, ecc. Anche nel secolo successivo proseguì l'attività edificatoria all'interno della cinta muraria, privilegiando, quali punti di attrazione, le porte della città bassa (Girgenti, Euraco, Felice,Caricatore),che accrebbero la loro funzione di accesso e di passaggio delle merci.
The findings in the caves of the area surrounding Termini Imerese evidence that the site has been inhabited since prehistoric times. Of course there is no record of this time, the oldest population which we know dates back to 648 b.c., when groups of Chalcis and Syracusans founded Flimera on the right side of the homonymous river.
The new colony entered history in 648 b. c., when the area was the scene of a famous battle between the Greeks and the Carthaginians together with Syracusans and Flimerans.The victory of the allies enabled Agrigento to extend its dominance over the entire area and Flimera was repopulated with Doric elements.The Doric people were the authors of the revival of the commerce and the crafts of the town that thus experienced a few decades of prosperity until 408 b.c.
A new expedition of the Carthaginians seized Flimera in that year and destroyed it, forcing the surviving inhabitants to flee. In 407, however, the same Carthaginians built Thermai,a new town on the top of a headland with a view to the magnificent gulf, where even Flimerans were welcomed.The Romans, that after the first Punic war took possession of Sicily, understood the strategic value of the site and tookcare to fortify it,thus increasing the importance of the town, Thermae Flimerenses was raised to the rank of Roman colony by the Emperor Augustus during the first century and the appellation of "Splendidissima" was added to its name.
A great and prosperous town expanded surrounding the fortress, protected by towers and heavily armed walls and adorned with elegant villas and public buildings with a forum, a curia, a basilica, an amphitheater, a large spa (it was rumored that the healing waters of the area brought Flercules back) and an remarkable aqueduct which brought the waters of a 7 km distant source into town. The greatness of Thermae, obscured in later centuries, was restored with the coming ofthe Arab domination, thanks to the industrious nature and the culture of these people who fully understood what the area offered and that brought the ancient glory of the city back as the travelers of the period witness.Thermae became a State town under the Normans,an advantageous position that it almost always held even in later centuries.
It always remained an important commercial center, mainly thanks to a well-equipped port area, the so called“Caricatojo"which became the most important facility of this kind in the area in the sixteenth century.The urban settlement continued to develop meanwhile.The heart of the town was and remains the ancient Roman and Arabic nucleus, it expanded around it even outside the walls which were demolished in 1860 together with the ancient fortress.The "largo castello"the floor in front of it, became Piazza Duomo owing to the presence of the Mother Church built up in the fifteenth century on the remainsofotherchurchesand later enlarged and renovated.The Mother Church is dedicated to St. Nicola di Bari and it holds a big cross painted by the master Peter Ruzzolone (1484), one of the most renowned artists of the fifteenth century.
The remains of the Roman period are particularly interesting, among them the ruins of the Theatre and the Aqueduct Cornelius, the latter is interesting not only for its length but also for its innovative use of syphons, which, especially the one known as“Barratina" stand out among the analogous systems for the daring technical design.
A mention must be made ofthe hot springs (clorurosalsoiodiche at 43 °). The Romans were the first, with their notorious passion for the baths, to build up an establishment on the ruins of which a new building arose in the seventeenth century, the Grand Flotel DelleTerme, on a neoclassical project of Damiani Almeyda, was incorporated to this building in the nineteenth century.
Dank der Funde in den Flöhlen in der Umgebung von Termini Imerese ist es möglich zu behaupten, dass der Ort seit vorgeschichtlicher Zeit bewohnt war. Leider gibt es keine Aufzeichnungen dieser Zeit und die älteste Siedlung von denen wir Nachrichten haben datiert 648 v.C., in diesem Jahr gründeten Gruppe von chalchidischen Griechen Flimera auf der rechten Seite des homonymen Flusses.
Die neue Kolonie ging in die Geschichte ein wann sie der Schauplatz einer berühmten Schlacht zwischen den Karthagern und den Leute von Agrigento zusammen mit Flimerans und Syracusa-ner war. Der Sieg der Alliierten ermöglichte Agrigento ihre Flerrschaft über die gesamte Fläche zu erweitern und Flimera wurde mit dorischen Elementen neu besiedelt.
Die Doren waren die Urhebers der Wiederbelebung von Flandel und Flandwerk der Stadt, die bis zu 408 v. C. ein paar Jahrzehnten von Wohlstand lebte. In diesem Jahr eroberte eine neue Expedition von Karthager Flimera und vernichtet sie, zwinge die überlebenden Bewohner zur Flucht. In 407 errichteten die Karthager eine neue Stadt,Thermai, auf einem Kap mit Blick auf den wunderschönen Golf, wo ebenfalls die Leute von Flimera aufgenommen wurden. Die Römer, die nach dem ersten Punischen Krieg Besitz von Sizilien nahmen, verstanden den strategischen Wert des Ortes, sie kümmerten sich um die Stadt zu befestigen damit sie die Wichtigkeit der Stadt erhöhten.Thermae Flimerenses wurde von römischen Kaisers Augustus im ersten Jahrhunderts in den Rang einer Kolonie erhoben und sie bekam die Benennung von "Splendidissima".
Rund um die Festung eine große und wohlhabende Stadt erweiterte: Türme, schwer bewaffnete Mauer, elegante Villen, öffentliche Gebäude, eine Forum, eine Kurie,eine Basilika,ein Amphitheater,ein grosses Spa (man erzählt,dass das Fleilwasser der Region Flerkules in Form bracht) und eine beeindruckende Aquädukt, der in die Stadt führte die Gewässer von einer Quelle 7 km entfernt. Die Größe der Stadt wurde in späteren Jahrhunderten verdunkelt und sie wurde mit dem Aufkommen der arabischen Flerrschaft wieder wichtig dank der betriebsamen Natur und der Kultur dieser Menschen. Die Araber verstanden klar, was der Umgebung bieten konnte und sie gaben der Stadt ihren alten Prunk, wie uns die Reisenden der Zeit zeigen. Unter den Normannen wurdeThermai Staat Stadt und sie hatte diesen günstigen Titel auch in den folgenden Jahrhunderten.
Sie war immer ein wichtiges Flandelszentrum vor allem dank dem gut ausgestatteten Flafen, der so genannte "caricatojo", der im sechzehnten Jahrhundert die wichtigste Bauwerk dieser Art in der Region war. Inzwischen ging die städtische Entwiklung weiter. Das Flerz der Stadt war und bleibt der antike römische und arabische Kern, sie erweiterte um ihn auch außerhalb der Mauern, die gegen 1860 mit der alten Festung abgerissen wurden. Die Fläche vor ihm, die Fläche des Schlosses, wurde Piazza Duomo wegen der Anwesenheit der Mutter Kirche genannt, diese wurde im fünfzehnten Jahrhundert auf den Resten der anderen Kirchen gebaut und später erweitert und modernisiert. Ehren des Fleiligen Nikolaus von Bari, sie bewahrt ein großes Kreuz von dem Master-Peter Ruzzolone (1484) gemalt, unter den angesehensten Künstler des fünfzehnten Jahrhunderts.
Besonders interessant sind die Reste der römischen Zeit, zum Beispiel die Ruinen des Amphitheaters und des Aquädukts Cornelius. Das Aquädukt ist interessant nicht nur für die Länge, sondern auch für die innovative Nutzung von Siphons, die, besonders der Barratina genannt, sich durch die analogen Systemen für die kühne DesignTechnikunterscheiden.Eine besondere Erwähnung mussdie Thermalquellen (clorurosalsoiodiche bis 43 °) sein. Die Römer, die eine bekannte Leidenschaft für die Bäder hatten, waren die Ersten die ein Fleilbad bauten, auf den Ruinen dieses Bades wurde ein neues Gebäude im siebzehnten Jahrhundert erbaut, das im neunzehnten Jahrhundert an einem neoklassischen Projekt von Damiani Almeyda dem Grand Flotel delle Terme annektiert wurde.